Capitolo quarto
Di giorno la struttura era un luogo accogliente. La luce filtrava dalle grandi vetrate su ambo i lati e riusciva ad oltrepassare le tende, che non erano troppo spesse. Con tutta quella luce si potevano vedere i granelli di polvere che danzavano nell’aria.
Ma di notte appariva completamente diverso. I corridoi erano lunghe gallerie tetre e le porte delle camere, tutte semichiuse, parevano un invito silenzioso a fuggire. Se non avessi saputo che al loro interno riposavano i nostri vecchini, sarei fuggita urlando.
Ero così felice che Lucien si fosse offerto di farmi compagnia che non potevo trattenermi dal sorridere, di quando in quando, nonostante la giornata dura.
Mentre facevamo il primo giro di veglia, Lucien mi parve troppo silenzioso. «Tutto bene?» domandai in un sussurro. Annuì.